Ci mancava Lincoln

Se volevate una ulteriore dimostrazione di come si possa essere opportunisti economicamente nell’era del politically  corret prendete ad esempio  il film su tal Abramo Lincoln, che ha già (solamente) vinto un Golden Globe per il migliore attore protagonista con quel Daniel Day Lewis de L’ultimo dei Mohicani.  Il battage promozionale a pagamento (e non) è impressionante e la pellicola conta tredici candidature all’oscar.

Il film è tratto dal libro Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln di Doris Kearns Goodwin ed è diretto dal fenomeno Steven Spielberg, si intitola semplicemente Lincoln. I servizi televisivi redazionali o promozionali mi hanno talmente oppresso che non andrò a vederlo.

Non è pregiudizio ma in nessuno di loro ho sentito parlare di nativi americani e così ho fatto una scelta semplice dopo un telegiornale nazionale in cui si sprecano i paragoni contemporanei sul razzismo e schiavitù per sostenere la politica presidenziale.

Non andrò a vederlo perché non sono convinto che i motivi dell’intervento sulla schiavitù siano stati storicamente dettati da profonda umanità verso i “negri” che ancora oggi non sono riusciti ad essere completamente afroamericani. (1)

Non conosco nemmeno il libro che non comprerò, piuttosto l’ennesima edizione di Cavallo Pazzo od uno sulle usanze liguri della mia terra. Cosa mi farà recedere da tal mio insano adempimento? Solo se diranno la verità sui nativi americani, se sarà abbondante nel film la verità su di loro. Allora forse lo vedrò. Può accadere che abbia preso un abbaglio ma solo se verrà raccontata la vera vita del sedicesimo presidente yankee.

Detto queste cose apparentemente provocatorie non porterò moneta alla esaltazione anche critica e magari pragmatica di chi ha cacciato i nativi americani (quelli autentici) ed autorizzato la più grande impiccagione di massa nella  storia statunitense sempre di nativi americani.

Abramo Lincoln aveva 23 anni quando ebbe finalmente un ruolo in una vita ricca di lavoricchi. Con il grado di capitano si mise a combattere Falco Nero che si ribellò alla politica del presidente Jackson che aveva di fatto deportato le famose Cinque Nazioni Civilizzate (Choctaw, Chikasaw, Cherockee, Creek e Seminole). Pedissequamente Lincoln fece il suo dovere aggredendo chi lottava per la libertà e la propria terra. Peccato veniale da perdonare a tutti quelli che se la prendono con i selvaggi inferiori. Gli yankee sono fatti così.

Consapevolmente, invece, firmò la condanna all’impiccagione di 38 patrioti (2) che erano quasi riusciti a liberare dagli invasori l’attuale stato del Minnesota, la loro terra. Venne organizzato uno spettacolo mastodontico quanto orribile per far vedere la magnanimità dei futuri liberatori di schiavi.

Non sono certo io a dirlo ma solo a ricordarlo: siamo sicuri che Lincoln non sia stato anch’egli un poco razzista? Basta cercare e secondo un vecchio adagio chi cerca trova (3).

Assolutamente non reputo sia un personaggio da scatenare la mia fantasia od il mio apprezzamento; forse ad Hollywood sono a corto di idee o forse chissà cosa.

Caro Spielberg avrà fatto anche un bel film, non so, caro Obama avrà anche giurato sulle bibbie di King e di Lincoln; ma ricordate che siete afroamericani e non nativi americani. Quelli veri sono selvaggi spesso con le piume in testa; ma i tacchini se li mangiano.

Un presidente così potente non potrebbe concedere la grazia a Leonard Peltier  per compensare simbolicamente l’impiccagione plurima del suo predecessore ritornato in auge solo grazie ad un film? Se ha tempo ci metta anche altri prigionieri politici nativi. La storia americana non è bianca o nera, è rossa del sangue di un genocidio lungo 520 anni. Thanks Mr. President. I have a dream: a Native for President; tanto per evitare cerimonie che ricordano padri fondatori schiavisti. I sogni non potete prenderveli.

Mi dispiace, un poco per pigrizia ed un altro poco per la qualità, non vado al cinema da tanto tempo; ma fortunatamente navigo sulla rete, thank you a Youtube, offre film di alta qualità; guardatevi Dakota 38 ed imparerete qualcosa. Guardate Dakota 38. I Nativi ci sono, non ce la farete; è la loro terra.

Pablo, Paolo Solari

 

 

Note:

1.     Nel 1857 era lo stesso Lincoln che si preoccupava di sottolineare, in uno scritto, i suoi principi razziali, che rischiavano di essere travisati a causa di alcune sue prese di posizione contro lo schiavismo: "Esiste un naturale disgusto da parte di quasi tutti i bianchi all'idea di una mescolanza indiscriminata della razza bianca e di quella negra. Da parte mia, protesto contro quel tipo di logica bastarda secondo la quale dal fatto che io, ad esempio, non voglia avere come schiava una donna negra, si deduce che debba necessariamente poterla volere come moglie… Io non ho bisogno nè dell'una nè dell'altra… Sotto molti aspetti essa non è infatti uguale a me. Per me, la separazione delle razze costituisce l'unico sistema per evitarne la mescolanza."

2.    Hunkapi ha ricordato con l’articolo Impiccalo più in alto l’insurrezione dakota del 1862 e l’epilogo macabro giustizialista. In realtà gli impiccati divennero 40 dopo unna sorta di rapimento politico nei confronti di Shakopee e Medicine Bottle due leader fuggiti in Canada. Catturati a tradimento vennero ricondotti negli Stati Uniti dove furono impiccati a Fort Snelling anche se eravamo già nel 1865.

"Devo dire che non sono, e non sono mai stato, favorevole a promuovere in alcun modo l'uguaglianza sociale e politica tra la razza bianca e quella nera… riaffermo che esiste una troppo spiccata differenza tra la razza bianca e quella negra, e che questa diversità impedirà per sempre alle due razze di vivere insieme in termini di uguaglianza sociale e politica… finché la convivenza sarà necessaria, dovrà pur mantenersi un rapporto da superiore ad inferiore, e io, come ogni altra persona ragionevole, sono ovviamente a favore del ruolo dominante della razza bianca." (campagna elettorale del 1848). www.storiain.net/arret/num73/artic7.asp.  Ma anche: Lo stesso Lincoln  dichiarò al giornalista Greeley, del New York Times, in un'intervista dell'agosto 1862: "Il mio obbiettivo essenziale in questa battaglia è di salvare l'Unione…Se potessi salvarla senza liberare un solo schiavo, lo farei. Se invece potessi salvare l'Unione liberando tutti gli schiavi, lo farei ugualmente”. www.storiain.net/arret/num4/lincoln4.htm 

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5 commenti

  1. Davide Canazza

    non sono per niente d'accordo. Io ho visto il film e l'ho trovato molto ben fatto. Avrebbe potuto essere la classica film-fiction sulla vita di Lincoln, mentre invece l'attenzione è stata focalizzata sulla sua fine scaltrezza politica e in particolare su tutti i passaggi per l'approvazione del 13° emendamento, ossia quello che ha sancito l'abolizione della schiavitù.

    Questa mia difesa del film non vuol certo scagionare Lincoln dalle sue eventuali colpe nei confronti dell'eccidio dei Nativi, ma non si può neanche sempre andare a cercare col lanternino il male in tutto e tutti come i dottori!

    Insomma Lincoln avrà avuto le sue colpe e le sue imperfezioni, ma va ricordato che era un figlio del suo tempo, e che ha fatto sì che la schiavitù venisse abolita grazie alla sua capacità di mediare, alla sua fine arguzia politica che gli ha permesso di raggiungere un grandissimo risultato al prezzo di secendere a qualche compromesso spesso necessario.

    Davide

    • Sicuramente Lincoln ha avuto un ruolo chiave nell'abolizione della schiavitù ma è altrettanto evidente, visto l'esecuzione di massa da lui avallata contro i Santee, che non riconosceva ai Nativi Americani gli stessi diritti alla libertà ed autodeterminazione che invece riconosceva agli Afroamericani.

      Se così non fosse, per lui, i 38 Santee sarebbero stati patrioti che si battevano per i loro diritti e non criminali di guerra…a me questo non sembra un difettuccio così di poco conto da vederlo solo col lanternino.

      Mi pare che l'articolo non disconosca il ruolo avuto da Lincoln nell'abolizione della schiavitù, bensì sottolinei che anche Lincoln avesse il suo bel rovescio della medaglia e che il film si limiti ad esaltarne la facciata senza farsi nemmeno sfiorare dall'idea di dare una sbirciatina nel "famoso" rovescio.

      Circa il discorso "uomo del suo tempo, ha fatto tante cose buone ecc. ecc.", non è che non lo comprenda, ammetto che abbia un certo fondamento, tuttavia queste argomentazioni mi danno sempre un certo "prurito" fastidioso; lo sento dire spesso, per esempio, di Mussolini….

      Sergio

      • Davide Canazza

        Sergio l'errore di valutazione è uno solo: qui si parla di abolizione della schiavitù, non di giudicare a 360 gradi le posizioni politiche o l'operato di Lincoln. Non dimentichiamo che i Nativi americani erano considerati nemici e anche se noi stiamo dalla loro parte e sappiamo benissimo che avevano ragione loro, va comunque sottolineato che non erano considerati schiavi.

        Mentre gli uomini di colore erano invece sottoposti a un regime di schiavitù, la differenza c'è eccome! Che poi anche loro venissero considerati "inferiori" e non degni di molti diritti fondamentali anche dopo la liberazione, questo è un altro discorso, e sappiamo che le lotte tra bianchi e neri si sono protratte fino agli anni '60!

        E quando dico figlio del suo tempo, mi riferisco alla cultura positivista dell'Ottocento, sopravvissuta anche in ambienti scientifici almeno fino all'inizio del XX secolo, prima che le teorie di Darwin venissero unanimemente accettate. Chi non le accettò pose invece le basi alla nascita delle ideologie fasciste e naziste.

        Tornando a Lincoln, e l'ho già detto prima, non è su Lincoln, non tratta della sua biografia, ma si svolge nell'arco di pochi mesi (tra il gennaio e l'aprile del 1865) e racconta del ruolo di Lincoln e del congresso americano nell'approvazione del 13° emendamento, cioè la legge sull'abolizione della schiavitù. Quindi il discorso di Paolo avrebbe avuto senso se il film fosse stato una biografia del presidente americano, ma considerata la trama, ogni riferimento al condannabile comportamento di Lincoln nei confronti dei Nativi sarebbe stato fuori luogo.

        Davide

    • Caro Davide, francamente e con affetto, io non mi sento di essere in disaccordo con te se il film è di tuo gradimento. L'hai visto, ti è piaciuto e scusami, ci mancherebbe che Spielberg facesse una fiction. Ma per non essere d'accordo sul ruolo di Lincoln vorrei ricordare altri personaggi tanto esaltati dalla sirena del cinema hollywoodiano; ne bastano due: Davy Crocket, osannato da tal John Wayne (quello dei Berretti Verdi  anti Vietnam o Sentieri Selvaggi) e Kit Carson.deportatore o accomapgnatore (?) dei Dinè nella cosiddetta Lunga Marcia per terminarli a Fort Summer proprio durante la Guerra di Secessione.
      La storia americana è zeppa di tali personaggi perchè è quellla scritta dai conquistatori e tal Abramo vedeva solo una opportunità imprescindibile di sopravvivenza, altrimenti il Nord Industriale non avrebbe vinto il Sud Schiavista. Dopo 520 anni di conquista ed il più grande genocidio nella  storia universale  bisogna fare le pulci eccome, non si può concedere nulla perchè il rischio revisionismo è sempre elevato.
      Il mio intento maturato in decenni di sostegno agli Americani, i nativi, è proprio quello di non dimenticare e cercare ancora più pulci possibile. Credo che questo dobbiamo ai natyivi se vogliamo sostenerli. In questo contesto esaltare una figura presidenziale che avrebbe liberato i neri, ma contano i fatti, lo trovo eccessivo; reputo molto opportuno ricordare il ruolo ricoperto nella connquista.
      Per esempio: libertà per gli schiavi fu anche aver creato il corpo militare noto come Buffalo Soldiers (formato solo da neri ma con uffciali bianchi), mi pare un brutto compromesso in considerazione del fatto che gli ex disperati, assurti alla liberazione, vennero impiegati contro i Nativi. Lo hanno recentemente ricordato e fecero il loro dovere con solerzia. Anche a Wounded Knee?
      Non credo di scandalizzare nessuno, e poi perchè dovrei?, se non andrò a vedere quel film tanto sponsaoriizzato. Confermo che acquisterò l'ennesima copia di un libro su Tashunka Witko od uno sulle tradizioni della mia terra.
      Non vorrei essere eccessivo ma non dimentichiamo che tale Adolfo venne apprezzato per i suoi acquarelli. Anche il tenente Charles (Carlo Camilloo)  De Rudio era a combattere i Nativi sul Little Big Horn eppure in Europa vantava una fama di rivoluzionario anch'egli rifugiiatosi negli Stati Uniti.
      Contraddizioni? No semplice analisi storiica. I Nativi americani andavano sconfitti, erano i selvaggi da combattere per far volare la civiltà; anche  se a qualcuno venne in mente di liberare gli schiavi.
      Non abbiamo tempo per accettare i compromessi , perchè purtroppo non ne abbiamo abbastanza per ricordare pienamente quel genocidio. Speriamo nei posteri.
      Ciao, stati bene.
      Hoka hey, Pablo    

  2. Mi trovo molto vicino alle considerazioni di Pablo e Sergio, questo non significa che si DEVE boicottare il Film, che si riferisce ad un breve periodo storico riguardante Lincoln, ma la storia è storia a 360°, ben altra cosa rispetto ad un film…
     

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