Chi siamo

L'Associazione Culturale HUNKAPI si costituisce a Genova il 13 luglio 1996 e nasce dalla passione comune ad un gruppo di amici: la storia, la cultura, la spiritualità, le tradizioni e la vita dei Nativi americani.

Motivi e finalità dell' Associazione sono i valori di fraternità, solidarietà, tolleranza e rispetto per la natura che erano propri dei Nativi.

Lo scopo principale dell' Associazione è quello di divulgare la cultura e le tradizioni dei Nativi americani, facendole conoscere al maggior numero possibile di persone. Questo avviene anche con la pubblicazione della nostra rivista "HUNKAPI" che è distribuita gratuitamente ai soci ogni trimestre.

Tra i principali progetti dell'Associazione vi è quello di dare a Loro in prima persona, la possibilità di presentarsi e raccontarsi, per evitare di parlare in loro vece. È oltremodo interessante ed affascinante ascoltare le spiegazioni dei loro miti, delle simbologie e del loro rapporto con la Madre Terra.

Via dei Partigiani 15/2 – 16021 Bargagli (GE)

www.hunkapi.com      hunkapi.genova@gmail.com

Presidente: Sergio Bugolotti

Vice Presidente: Adriano Daneri

Segretario: Dina Vacchino

 

HUNKAPI E' CONTRO LO SFRUTTAMENTO DELLA SPIRITUALITA'

Fin dalla sua nascita, nell’ormai lontano 1996, Hunkapi prese l’impegno di non occuparsi mai direttamente di Spiritualità e di fare il possibile per fare in modo che fossero finalmente i Nativi a parlare di Loro stessi.
Questo impegno venne preso dai fondatori, non solo perché pareva giusto e sacrosanto, ma soprattutto perché erano i Leader Nativi stessi a chiederlo; non avrebbe avuto alcun senso che una Associazione come Hunkapi potesse prescindere dall’improntare la sua attività sul massimo rispetto per le Genti che intendeva onorare e supportare.
Oggi, a vent’anni da quell’inizio, pensiamo di aver contribuito un poco alla diffusione di tante verità nascoste ed all’abbattimento di tanti radicatissimi stereotipi, tuttavia basta fare una veloce navigata sulla rete web, per accorgersi che tanto va ancora fatto.
Ovunque impazzano presunti o sedicenti sciamani (a volte anche Nativi) che, dietro richieste di compensi diretti o celati, contrabbandano e sviliscono antiche e preziose cerimonie facenti parte del bagaglio millenario della Cultura e della Spiritualità di Popoli già fin troppo vilipesi e colonizzati per poter accettare una seconda “appropriazione indebita”, stavolta non di terre e ricchezze materiali ma culturali, morali e spirituali. Questi personaggi sono sicuramente i peggiori perché impadronendosi di una Spiritualità ed una Cultura che non gli appartiene, prima rubano e poi truffano gli ignari “utenti” che nelle loro mani si abbandonano spesso in buonissima fede.
Per questo motivo abbiamo deciso di ripubblicare sui nostri social, la dichiarazione del 1995, con la quale i maggiori leader spirituali Lakota (parliamo principalmente di Spiritualità Lakota in quanto è indubbiamente la più sfruttata), denunciavano e dichiaravano “guerra” a tali personaggi ed alla quale vogliamo ribadire la nostra ferma volontà di uniformarci per le nostre attività presenti e future.
Ma il rispetto della Spiritualità non può intendersi soltanto con il rispetto verso le cerimonie; ci sono molti altri aspetti che, mentre ad un “occhio occidentale” possono risultare secondari o incomprensibili, assumono invece importanza basilare per i Nativi più osservanti. Per esempio, la pubblicazione di foto o filmati che ritraggono situazioni od oggetti Spirituali come Pipe, piume, offerte cerimoniali di stoffa e tabacco o cerimonie in pieno svolgimento, non è opportuna ed analogamente non è giudicato opportuno riferirsi o indugiare eccessivamente sui defunti se non per motivi di evocazione storica.
Certo, si potrà obiettare che sia il web che la carta stampata sono pieni di tali “violazioni” anche da parte di Nativi, tuttavia non sta a noi, in quanto occidentali che si dichiarano dalla parte degli “Indiani”, intrometterci o sindacare su questioni “Loro”; a noi spetta dimostrare coi fatti ciò che spesso sbandieriamo a parole e cioè di volerci approcciare con l’umiltà di chi vuole capire e con il dovuto rispetto verso la sensibilità di tutti, fino all’ultimo dei tradizionalisti più integralisti.
Oggi, in tutto il continente nordamericano, molte Nazioni Indiane hanno intrapreso una nuova lotta contro qualcosa che urta la loro dignità e la loro sensibilità in quanto persone native e cioè la lotta contro il diffusissimo vezzo delle mascotte, principalmente nello sport ma anche per caratterizzare oggetti o prodotti di largo consumo. Spesso queste mascotte sono raffigurate con loghi o vignette che caricaturizzano il Nativo, deumanizzandolo e rendendolo la maschera buffa di se stesso. Negli USA, già alcuni tribunali si sono espressi per l’abolizione delle mascotte ed il Presidente Obama si è schierato apertamente per il superamento di tale vezzo, tuttavia molte sono ancora le resistenze e frequenti i tentativi di conservare lo status quo da parte delle varie franchigie, college, università o altro.
A questo proposito, vogliamo pubblicare la recente risoluzione deliberata dal Consiglio Tribale dei Lakota Sicangu di Rosebud (SD) che apertamente ed in maniera ferrea, si oppone all’uso delle mascotte che richiamano i Nativi; inoltre pubblichiamo un toccante video che intende sensibilizzare l’opinione pubblica circa questa problematica.
Ma come nel precedente caso della Spiritualità, non dobbiamo focalizzarci esclusivamente sulle mascotte e pensare che eliminate quelle si è eliminato il problema. Se riflettiamo attentamente potremo accorgerci che molti, seppur a volte incosciamente ed in buona fede, in realtà eseguano in piccolo e personalmente, la stessa operazione delle “mascotte”.
Quante volte vengono usate vignette o caricature del “buon Indiano” che saluta con “Augh” ?
Quante volte vediamo romantiche “indiane” con i neri capelli illuminati dalla luna in pieno stile new age e completamente irrealistiche?
Quanti Cavallo Pazzo o Toro Seduto possiamo trovare ancora vivi e vegeti sui nostri canali web? Essi, usando come pseudonimo il nome di un loro “idolo”, in cuor loro, probabilmente intendono onorarlo e rispettarlo ma in realtà questo, ai Nativi, provoca lo stesso “prurito” dell’uso delle mascotte. Per gli Indiani il nome non è come per noi occidentali, un semplice modo per distinguersi dagli altri; per Loro il nome è qualcosa di sacro che gli deriva dagli antenati, da un sogno o comunque da qualcosa di spirituale che caratterizza la Loro esistenza. Questo nome è assolutamente unico, personale e, appunto, Spirituale, non può essere di altri! Ecco perché moltissimi Nativi hanno due nomi; uno è quello datogli dai bianchi semplicemente per distinguerli all’anagrafe, l’altro è il loro vero nome nativo, quello che li contraddistingue come persona individuale ed è Sacro. Non è mai esistito fra i Nativi delle generazioni successive (che pur non temono rivali nell’onorare i propri eroi) un altro Cavallo Pazzo o un altro Toro Seduto, se non forse nelle rispettive famiglie e questo, probabilmente avrà un significato.
Noi, come Associazione Hunkapi, intendiamo continuare ad uniformarci a questi concetti, più volte espressi sia in passato che recentemente da molti Nativi Americani influenti e da molte delle Loro Autorità ufficiali, sostenendoli in ogni occasione e facendo il possibile affinchè vengano condivisi e compresi da un numero sempre maggiore di persone. Rifiuteremo sempre lo sfruttamento e lo svilimento della Spiritualità, della dignità e della sensibilità del popolo cui ci dedichiamo.

Il Presidente Associazione Hunkapi ONLUS
Sergio Bugolotti

Gilbert Paul Douville (Lakota Sicangu)

Dichiarazione Leader Lakota,Dakota e Nakota

Rosebud Press Release

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